"Mens sana in corpore sano" secondo Giovenale


La mindfulness nel coaching e le potenzialità dell'Hata Yoga nel coaching

by http://www.centromindfulness.net/la-mindfulness-nel-coaching/

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I punti di connessione tra la mindfulness e il coaching sono così numerosi che coltivare la mindfulness, per un coach, diviene un percorso “naturale” e necessario come praticare l’etica del settore o qualificarsi presso un istituto certificato.
Mindfulness e coaching, hanno in comune aspetti quali la curiosità, l’osservazione non giudicante dei vari aspetti della realtà, l’apertura a nuove prospettive, l’esplorazione dei propri “inner game” e il portare consapevolezza e intenzionalità ai meccanismi attenzionali.
Diverse scuole di coaching sottolineano come sia opportuno che il coach sia in grado di essere “ego-less” (di superare i richiami del proprio ego) per dedicarsi totalmente ad un ascolto contestuale e empatico del coachee.
Coltivare la mindfulness per un coach significa acquisire questa capacità di ascolto grazie ad un ampliamento della propria consapevolezza.


Benefici per il coach
  • maggiore chiarezza mentale,
  • possibilità di mantenere un livello attenzionale per periodi di tempo più lunghi,
  • maggiore equilibrio emozionale,
  • minore reattività frutto di una disidentificazione con i contenuti mentali,
  • minore proliferazione mentale (rallentare la cascata di automatismi  mentali),
  • maggiore accesso alle possibili risorse interiori  ed alle proprie qualità personali,
  • gestione di situazioni complesse che richiedono lucidità e calma interiore,
  • riconoscimento e contenimento dei livelli di stress;
  • sviluppo di una propria saggezza intuitiva, pur mantenendo lucidità riguardo al contesto.

Benefici per la relazione di coaching

Inoltre, coltivare la mindfulness consente, a livello  interpersonale, di:
  • sviluppare una mente non giudicante che permette di incontrare il coachee nella realtà del momento, senza etichette o risposte automatiche,
  • sviluppare un ascolto empatico,
  • porre maggiore attenzione alle modalità di pensiero ricorrenti dell’altro,
  • permettere una più ampia e lucida  analisi della realtà esterna ed un esame più consapevole ed empatico della realtà interiore,
  • saper indirizzare più consapevolmente attenzione ed intenzione.
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E se invece della mindfulness, che è una parte dello Yoga Nidra, praticassimo Hata Yoga che include lo Yoga Nidra alla fine della pratica?  Raggiungeremmo l'effetto "Mens sana in corpore sano" perchè l'Hata Yoga si occupa della salute di entrambi (mens, corpore)  da migliaia di anni!

Restate collegati per approfondimenti sul tema. 
Raffaella

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